I rischi e le complicazioni post operatorie del piede
Come qualsiasi chirurgia, la chirurgia del piede non è esente da complicazioni. Queste complicazioni restano tuttavia eccezionali.
Infezioni dette nosocomiali
Dopo un intervento, può presentarsi un’ infezione. Raramente è secondaria ad una colpa da parte del team chirurgico perché le procedure d’asepsi e di sterilizzazione del materiale sono rigorose, e tanto la struttura ospedaliera che il gruppo chirurgico, sono impegnati al massimo per evitare questa complicazione temuta.
Occorre capire che l’asepsi totale è impossibile da realizzare, poiché non si possono eliminare completamente i germi che circolano nell’aria della sala operatoria, né i germi situati sulla pelle del paziente operato. Occorre ancora insistere sull’importanza della doccia pre-operatoria col « Bétadine » per preparare la pelle all’intervento.
È dunque quasi certo che alcuni germi sono inoculati nei tessuti del paziente in occasione dell’atto chirurgico.
Questi germi sono nella maggior parte dei casi neutralizzati dalle difese immunitarie del paziente. Tuttavia, a volte, alcuni pazienti presentano fattori che indeboliscono queste difese immunitarie e che rendono grave il rischio di contagio: diabete, tabagismo, insufficienza circolatoria, malattie immunitarie, alcuni reumatismi, trattamento a base di cortisone o di medicine aggressive utilizzate in particolare nella cura di reumatismi articolari…
Questi pazienti che presentano anche tessuti più fragili , con delle capacità di cicatrizzazione ridotte, saranno informati di un rischio più grave di difficoltà nella cicatrizzazione e di infezione
Alcuni piedi presentano deformazione importanti che evolvono da tempo. L’atto chirurgico può essere aggressivo poiché consiste nel rettificare in pochi minuti delle dita molto ritratte; le trazioni istantanee su i tessuti ritratti da tanti anni possono causare lesioni sui micro vasi e dunque indebolire i tessuti cutanei che non avranno normali capacità di guarigione; in questi casi, si possono verificare ritardi di cicatrizzazione, e zone di necrosi, fonte d’infezione secondaria.
In tutti i casi, ed indipendentemente dalla loro origine, queste infezioni devono essere scoperte rapidamente ed essere trattate; è in queste condizioni che guariranno senza ripercussione.
Tromboflebite
la chirurgia del piede impone generalmente una camminata dosata, rallentata, a piede piato senza flettere le dita, per parecchie settimane.
Questo passo anormale, associato al trauma operatorio, comporta un rallentamento della circolazione venosa, fonte di tromboflebite. Il piede si gonfia dopo l’operazione,spesso anche la caviglia, e a volte, la gamba .
È per questo che di solito si prevede una cura anti coagulante con iniezioni quotidiani nei primi giorni post operatori, per limitare questo rischio. In alcuni pazienti questo rischio è più elevato, perché presentano una maggiore insufficienza circolatoria venosa o precedenti personale o familiare di flebite;
in questi casi, il dosaggio e la durata del trattamento saranno adattati al rischio. Tuttavia, nonostante questa prevenzione, il rischio non è completamente eliminato ed ogni dolore anormale nel polpaccio o qualsiasi sospetto dovrà essere segnalato al chirurgo, o all’anestesista o anche al medico curante, per praticare in urgenza un eco-doppler venoso.
Infatti, flebite devono essere diagnosticate presto per evitare complicazioni e ripercussioni.
Ritardo di cicatrizzazione
Sono osservati principalmente :
- Nei pazienti più fragili, che presentano fattori di rischio: diabete, tabagismo, insufficienza circolatoria, trattamento a base di cortisone o di medicine che diminuiscono le difese immunitarie, malattie immunitarie, grande età…
- nei pazienti che presentano deformazione del piede importanti; il raddrizzamento improvviso, in pochi minuti di un dito ritirato da tanti anni, può trascinare una lesione dei micro vasi che irriga la pelle ed i tessuti sotto cutanee, che causano conseguenze sulle capacità di cicatrizzazione di questi tessuti; questa irrigazione difettosa può provocare ritardi di cicatrizzazione, o necrosi parziali. Eccezionalmente ha potuto occorrere una necrosi parziale di un dito.
Questi ritardi di cicatrizzazione richiedono cure locali con rifacimento della fasciatura più frequente, e finiscono sempre per guarire.
Risultato in modo incompleto soddisfacente
Può succedere, e soprattutto dai pazienti che presentano piedi molto deformati che richiedono un intervento su parecchie dita, che uno di queste dita non reagisca come previsto e presenti una deformazione residua.
Occorrerà allora discuterne con il chirurgo per valutare se quest’anomalia determina un fastidio funzionale importante; in questo caso sarà proposto « un ritocco„ chirurgico che permetterà di migliorare il risultato finale.
In nessun caso, quest’atto non sarà praticato per criteri soltanto estetici, perché è sempre più delicato riprendere chirurgicamente un piede operato.